Дорогие друзья! Cari amici! Sono tornata con un altro capitolo della nostra rubrica dedicata a Grande Madre Russia e ai luoghi da visitare assolutamente per chi si accinga a viaggiare in questo splendido Paese. L’ultima volta ci siamo lasciati dopo aver camminato sulle orme di Lev Tolstoj, andando a vedere virtualmente alcuni dei luoghi più significativi per questo mostro sacro della letteratura russa.
Vi avevo lasciato con un’anticipazione, che suonava quasi come una “minaccia”. Ovvero quella di portarvi nei luoghi di Aleksandr Sergeevič Puškin, il padre della lingua letteraria russa moderna. E un po’ il padre di tutta la letteratura russa. Non vi deluderò, anche perché se si parla di Russia e della sua cultura, da Puškin non si scappa. Questo “colosso” ha segnato la sua epoca, con la sua vita, con le sue opere e le sue azioni (sapevate che partecipò alla rivolta dei decabristi del 14 dicembre 1825? Moto volto a deporre lo zar, instaurare uno stato più liberale, economicamente e culturalmente, basato su principi illuministi. I decabristi lottavano quindi contro l’assolutismo e lo stato di polizia, nonché contro la censura).
Le opere di Puškin hanno influenzato, direttamente o indirettamente, tutte le generazioni letterarie successive.
Le sue frasi sono diventate veri e propri “modi di dire”, ancora presenti nella lingua russa. Il suo “Evgenij Onegin” è considerato opera fondamentale per qualsiasi madrelingua russo, da leggere senza se e senza ma.
Pushkin è stato anche e soprattutto poeta, con versi che trattano ogni tipo di tematica e aspetto della vita. Personalmente preferisco questa parte della sua produzione, e trovo che le sue parole siano di una profondità ineguagliabile e contengano una bellezza assoluta. Vi basti un assaggio, la sua celeberrima poesia “Я вас любил” (“Io vi amai”)
Я вас любил, любовь еще, быть может,
В душе моей угасла не совсем.
Но пусть она вас больше не тревожит,
Я не хочу печалить вас ничем.
Я вас любил безмолвно, безнадежно,
То робостью, то ревностью томим…
Я вас любил так искренно, так нежно,
Как дай вам Бог любимой быть другим.
Io vi amai, l’amore ancora, forse,
Nell’alma mia del tutto non si è spento.
Ma sia ch’esso più non vi tormenti,
Non voglio io affliggervi di niente.
Io vi amai silente, disperato,
Per timidezza, o gelosia languente,
Io vi amai sì tenero, sì schietto,
Che Dio vi dia da un altro essere amata…
(traduzione di Michayl Rissov)
Luoghi Moscoviti:
Piazza Pushkinskaja / Пушкинская площадь
Non si tratta strettamente di un luogo di vita dell’autore, ma è certamente una tappa quasi irrinunciabile in un tour di Mosca, se si è amanti della letteratura. Questa bellissima e ampia piazza si trova nel quartiere Tverskoj, vicino alla fermata della metropolitana Puškinskaja e anche Tverskaja, e ospita una statua dedicata ad Aleksandr Sergeevič (pensate che mi prenda troppa confidenza? E invece no, la maggiore forma di cortesia e rispetto, in Russia, è chiamare una persona appellandola con nome e patronimico). Il monumento fu inaugurato nel 1880, con un discorso pubblico tenuto da Turgenev e Tolstoj, altri due mostri sacri della letteratura russa. Nel XVIII secolo, i membri dell’alta società russa, e lo stesso Puškin, passeggiavano spesso nella zona della piazza. Ultima curiosità: il nome attuale, Puškinskaja, le è stato attribuito solo nel 1937.
La casa (museo) di Pushkin sull’Arbat / Дом Пушкина на Арбате
Al civico 53/1 dell’Arbat si trova la casa dove Puškin visse con la moglie, Natalja Gončarova, dopo il matrimonio, e che venne trasformata in museo nel 1986. La casa è molto ben tenuta e dispone di molte foto, libri e anche di oggetti appartenenti allo scrittore. Davanti ad essa è apposta una targa commemorativa e, di fronte, si può vedere una statua dedicata a Puškin e alla moglie.
La chiesa Maggiore dell’ascensione di Cristo / Храм Вознесения Господня в Сторожах, у Никитских ворот («Большое Вознесение»)
Si tratta della chiesa dove venne celebrato il matrimonio tra Puškin e Natalja Gončarova. La chiesa fu commissionata dal principe Potemkin, ed eretta tra il 1798 e il 1816. Oggi è una delle più grandi chiese parrocchiali nel centro di Mosca. Facilmente distinguibile per la struttura imponente e il colore giallo. L’edificio è in stile neoclassico, venne completamente rivisto dopo l’incendio di Mosca del 1812, sulla base dei disegni di Osip Bove, ma rimase incompiuto fino al 1848. Nel periodo sovietico, la chiesa rimase chiusa. Il matrimonio di Puškin viene commemorato anche dalle statue della fontana della piazza di Nikitskie Vorota, adiacente alla chiesa.
Fuori dalla Russia:
Odessa / Одеса
Anche se si trova in Ucraina, è indispensabile parlare di Odessa, luogo di esilio dello scrittore. A causa di alcuni suoi epigrammi rivoluzionari, lo zar Alessandro I lo costrinse al confino, prima a Ekaterinoslav, poi al seguito del generale V. F. Raevskij e, dal 1823, ad Odessa, alle dipendenze del principe Voroncov. Odessa era allora un grande centro commerciale e una città cosmopolita per la presenza di stranieri, in particolare greci. Oggi Odessa è una città che va assolutamente visitata. Raggiungibile in volo o con un treno notte da Kiev (altra meta obbligata di un tour ucraino), rimane una meraviglia che si affaccia sul Mar Nero. Prendetevi almeno 3 o 4 giorni per gustarvela con calma, visitarne il centro, le chiese e il parco dedicato a Tara Shevchenko, ma anche il porto e le spiagge. Non fatevi mancare la scalinata della famosa scena della “Corazzata Potemkin”, ma soprattutto, visitate il museo dedicato all’esilio di Puškin a Odessa.
Luoghi pietroburghesi
Il liceo imperiale di Zarskoe Selo / Императорский Царскосельский лицей
Abbiamo già parlato di questo luogo nel capitolo dedicato a S. Pietroburgo, ma voglio tornarci, essendo stato tappa fondamentale nella crescita e nella giovinezza di Puškin. Fu fondato dallo zar Alessandro I con l’obiettivo di educare i giovani delle migliori famiglie, che avrebbero nel futuro occupato importanti posti al servizio imperiale. Esso aveva sede nella residenza imperiale di Carskoe Selo, nei pressi di San Pietroburgo. Puškin lo frequentò dal 1811, e il liceo divenne la sua seconda casa. Qui conobbe il futuro poeta Del’vig, i futuri decabristi I. I. Puščin e V. K. Kjuchel’beker. Ma soprattutto, qui scrisse i suoi primi versi. Nel 1814 alcune sue poesie comparvero sul “Vestnik Evropy” (Messaggero d’Europa), e prima ancora di lasciare il liceo egli venne invitato a far parte della celebre società letteraria dell’Arzamas, dove fu in grado di gareggiare con poeti già molto affermati.
La casa museo di S. Pietroburgo
L’appartamento si trova in una delle più antiche case di pietra a San Pietroburgo a Moika 12, appartenuta alla famiglia dei principi Volkonskiis. In questa casa, Pushkin e la sua famiglia si stabilirono nel settembre del 1836. Fu l’ultima dimora dello scrittore e poeta, quella in cui si spense nel 1837. Nel 1925, alla casa venne attribuito lo statuto di museo e venne inaugurata la prima mostra. La visita comincia al piano interrato con la presentazione di una serie di teche contenenti ritratti di amici e disegni delle zone della città all’epoca di Puškin. Numerosi sono anche i disegni e le lettere dello scrittore riprodotti in fotografia o in originale e visibili. Al primo piano si possono visitare le stanze dell’abitazione. Molti mobili e arredi sono originali.
Il duello – Čërnaja Rečka / Черная речка
L’ultimo atto della vita di Aleksandr Sergeevič Puškin è altamente drammatico, ma ha anche un sapore intensamente romantico e letterario.
Il 29 gennaio (8 febbraio secondo il calendario gregoriano) del 1837 Aleksandr Puškin venne ferito a morte nel corso di un duello sul Fiume Nero per poi morire due giorni dopo nel suo appartamento a Pietroburgo.
Dal 1836, il corteggiamento reiterato e insistente del barone francese George d’Anthès nei confronti di Natalja Gončarova causò continui pettegolezzi, che sfociarono in intrigo e scandalo.
Puškin sfidò d’Anthès a duello per una prima volta nell’autunno del 1836. Il duello però non ebbe luogo: la cosa andò a monte per l’improvvisa decisione di d’Anthès di sposare Ekaterina, sorella di Natalja Gončarova. Dopo il matrimonio però iniziarono nuovamente i corteggiamenti. Puškin replicò offendendo il barone van Heeckeren, ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi e padre adottivo di d’Anthès, ottenendo così di essere a sua volta sfidato a duello, nonostante fosse vietato.
ll duello si svolse alla Čërnaja Rečka a Pietroburgo, dove oggi si trova l’omonima fermata della metropolitana e dove una statua del poeta ricorda l’evento. Il barone Georges d’Anthès ferì mortalmente Puškin che morì due giorni dopo a causa di complicanze della ferita all’addome.
Autore – Stefania Catalfamo